Tutte le dismorfosi e le disfunzioni che si manifestano nella muscolatura palatina e nel naso-fringe possono esse cause predisponenti a disfunzioni tubariche ostruttive ed a otiti medie. Molti pediatri (Vaughan, 1975) sostengono che i difetti uditivi, benchè presenti, non si manifestano comunemente, o meglio non vengono riconosciuti nel bambino piccolo, ma piu’ tardivamente, nell’adolescenza: si tratterebbe quindi di un fenomeno, purtroppo, sottostimato, da intercettare piu’ precocemente. Oggetto di interessante discussione negli ultimi anni è stata la possibile relazione tra otite media (OM) e alterazioni occlusali. Per ragioni anatomiche e funzionali la tuba di Eustachio, canale osteo-cartilagineo che mette in comunicazione la cassa del timpano con il rinofaringe, è coinvolta in meccanismi o funzioni dell’apparato stomatognatico. I rapporti anatomo-funzionali osservati tra tuba di Eustachio e cavo orale inducono infatti a coordinare in modo attivo e contemporaneo la diagnosi dell’otorinolaringoiatra con quella dell’ortodontista al fine di poter attuare una terapia risolutiva sia per la sintomatologia in fase acuta sia per gli effetti a lungo termine sull’occlusione. L’esatto ruolo dell’occlusione e della postura mandibolare nella patogenesi dell’otite media non è ancora stato del tutto determinato (Branam, 1998), ma molti Autori si sono interessati all’argomento (Bluestone, 1998; Branam, 1998; Kemaloglu, 2000; McDonnell, 2001; Mew JRC, 1992; Schlenker WL, 2000). È dimostrato che la respirazione orale e quindi le dimensioni nasofaringee ridotte costituiscono condizioni particolarmente predisponenti l’OM (Gross, 1993; Nafstad, 1999; Niemela, 1994; Van Bon, 1989): la prevenzione o il trattamento precoce in età prescolare della respirazione orale abituale determina infatti una riduzione pari al 20% dell’incidenza di OM (Van Bon, 1989). Le correlazioni esistenti tra OM, malocclusioni, alterata funzionalità respiratoria e abitudini viziate suggeriscono un approccio che non può basarsi solo su una terapia otorinolaringoiatrica. I rapporti anatomo-funzionali osservati tra tuba di Eustachio e cavo orale inducono infatti a coordinare in modo attivo la diagnosi audiologica con quella ortodontica, al fine di poter attuare una terapia risolutiva sia per la sintomatologia in fase acuta sia per gli effetti a lungo termine sull’occlusione. Il ruolo dell’ortodontista appare quindi paritario a quello dell’otorinolaringoiatra e l’approccio terapeutico sarà rivolto a risolvere problematiche legate sia alla funzionalità respiratoria sia a quella linguale. In particolare la funzionalità respiratoria potrà essere migliorata attraverso una terapia ortopedica con espansione rapida del palato .
Ortodonzia & Udito